ℝ𝕖𝕔𝕖𝕟𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 '𝕊𝕥𝕠𝕣𝕚𝕒 𝕕𝕚 𝕀𝕢𝕓𝕒𝕝' 𝕕𝕚 𝔽𝕣𝕒𝕟𝕔𝕖𝕤𝕔𝕠 𝔻'𝔸𝕕𝕒𝕞𝕠

Ben trovati miei cari lettori e lettrici!

Oggi è l'otto marzo 2020 e vi porgo i miei più sentiti auguri, a tutte voi mie care ragazze e giovani donne, congratulazioni per tutta la forza che ci mettete nel fare le cose, nel rialzarvi e nel proteggere ciò che amate.

Un augurio speciale lo dedico alla mia mamma e la mia nonna materna che sono le mie fonti d'ispirazione da sempre: forti e coraggiose in ogni momento. Grazie.

A proposito di questo, specialmente in questo periodo dilaniato dalla paura, dal panico per questo nuovo virus, e dato le direttive del governo, che ci suggeriscono di rimanere in casa, io vi invito ancora di più a leggere.

Oggi vi propongo una storia di dolore e di coraggio, di tanta forza e speranza.

Un libro che a parer mio tutti dovrebbero leggere.

Il libro in questione è 'Storia di Iqbal' di Francesco D'Adamo.

E' una storia vera, che mi ha commosso l'anima e il cuore. I protagonisti sono le anime più dolci di questo mondo: i bambini. In questa storia però si presentano molto più coraggiosi degli adulti, sono bambini a ci hanno negato il diritto di essere liberi, di giocare, di stare con le proprie famiglie, tutto per arricchire i padroni avari e senza scrupoli del Pakistan: mercanti di tappeti, proprietari di fornaci, commercianti e ricchi proprietari terrieri. Non sono più bambini, ma Iqbal, lui è diverso e riporterà forza e speranza in posti e in cuori in cui si era creduto che queste fossero sparite.

Il costo del libro è di 11,00 euro.  La casa editrice è Enaudi Ragazzi, non  sono d'accordo perchè questa è una storia che per me non ha età, una storia che insegna ai ragazzi ciò che succede, che accade nel mondo, ma agli adulti insegna l'altruismo, a spazzare via l'avidità, la bestia dell'egoismo, a guardare intorno e non sempre al proprio IO. 

Da questo libro ne è stato tratto anche un film, la pellicola è stata prodotta da Rai Cinema nel 1998 dalla regista Cinzia TH Torrini, successivamente è stato prodotto un altro film 'Bambini senza paura' nel 2015.

Vi posto di seguito la trama, anche se l'ho introdotta un pochino anche io:

La storia vera, riproposta adesso, a distanza di vent'anni, di Iqbal Masih, il ragazzo pakistano di 14 anni diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ceduto dalla sua famiglia di contadini ridotti in miseria,  in cambio del prestito di 26 dollari,  costretto a lavorare in una tessitura di tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al telaio, in condizioni disumane,  come milioni di bambini nei paesi più poveri del mondo, Iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di denunciare ''la mafia dei tappeti'' , contribuendo alla liberazione di centinaia di altri piccoli schiavi. 

Un romanzo di denuncia ancora drammaticamente attuale, commosso e indignato, sul valore della libertà e della memoria, che, a tutti i costi, va salvata perchè senza memoria non c'è speranza nel futuro.

Secondo il mio pensiero questo è un libro forte, che segna, almeno per me, è stato così.

Sono particolarmente sensibile a questa tematica, dato che amo molto i bambini, uno dei miei sogni e poterli aiutare specialmente nei paesi più poveri e come infermiera per la tutela della loro salute e come mi è possibile in ogni altro modo.

Il narratore del romanzo è la piccola Fatima, una delle bambine che lavorava con Iqbal sotto lo stesso padrone.

Lei racconta dettagliatamente tutta la storia, ci fa percepire le sue sensazioni, ci descrive l'ambiente e le condizioi in cui si lavora, il rapporto con gli altri bambini, alcuni di loro hanno lavorato perfino nelle fornaci ''il drago che brucia''. E' un romanzo crudo, che racconta di una realtà altrettanto dura.

Mi ha colpito oltre a Fatima anche la piccola Maria, lei era una bambina muta che contribuisce al progetto di Iqbal di scappare e di denunciare la mafia, grazie al suo saper leggere. Nella storia, ad un certo punto Iqbal riesce a scappare diverse volte e riesce a procurarsi, in una delle sue fughe coraggiose, un volantino di una federazione, La federazione mondiale che combatte contro il lavoro minorile, al suo ritorno Iqbal viene rilasciato dai poliziotti corrotti, di nuovo al suo padrone che lo rinchiude nella Tomba.

La Tomba è uno scantinato fatto di lamiere, d'estate ci si ustiona, e si viene punti dagli scorpioni, d'inverno ci si congela, quella è la punizione per tutti i bambini ribelli e che disobbediscono agli ordini del padrone.

Maria aiuta a tradurre il volantino, insegnando a leggere, cos' ritorna di nuovo a parlare.

Lei è molto legata a Fatima, infatti sarà lei stessa a scambiarsi corrispondenza con quest'ultima dopo essere tornata libera, e lei avviserà Fatima dell'assassino di Iqbal.

La lettera e tutto il racconto di questo accaduto viene messa a fine libro, eh ragazzi/e, ho pianto molto. E'una storia che ti lacera. Descritta minuziosamente. Il personaggio di Iqbal è un qualcosa che si avvicina all'essere un grande eroe. Non so se io mi sarei comportata così in quelle stesse condizione.

Sarei stata sottomessa o ribelle?

Pronta alla Tomba?

O sarei stata per sempre sottomessa al Padrone, incatenata al mio telaio?

Non lo so, amici, questo è uno scritto che invita a riflettere e a distanza di 20 anni, sapere che esistono ancora queste angherie mi si spezza il cuore, voglio ricordare Iqbal per sempre,

Comprate il libro anche solo per questo, per ricordare, per non spegnere la memoria, ci sono tanti piccoli schiavi lì fuori, che aspettano di essere liberati.

Vi lascio con una frase detta da Iqbal in uno dei suoi convegni a Boston in America, quando vince il premio per Gioventù in Azione: 

 '' ... FINO A QUANDO CI SARA' NEL MONDO UN BAMBINO PRIVATO DELLA SUA INFANZIA, PICCHIATO  VIOLATO NESSUNO POTRA' DIRE: NON MI RIGUARDA. NON E' VERO.: RIGUARDA ANCHE VOI. E NON E' VERO CHE NON C'E' SPERANZA. GUARDATE ME: IO HO AVUTO SPERANZA. VOI, SIGNORI, DOVETE AVERE CORAGGIO...''

-Iqbal Masih 

Iqbal fu assassinato il giorno di Pasqua del 1995.

Sempre vostra F.